Ranocchiocciola
Ranocchio + chiocciola = ?
Ma semplice... ranocchiocciola! Questo è il nome curioso della sagra alla quale sono qualche sabato fa.
Visto che tutti coloro ai quali l'ho raccontato sono rimasti molto sorpresi, approfitto del blog per spiegare agli interessati una volta per tutte di cosa si trattava.
Innanzitutto una premessa per i miei lettori non-toscani (ovvero la quasi totalità): da queste parti è usanza comune, anche tra i giovani che vivono in città, andare alle sagre.
Difficilmente in Sardegna ci salterebbe in mente di andare alla sagra delle olive di Gonnosfanadiga o a quella del cinghiale di Guspini. Invece in quel di Pisa le sagre godono di molto più successo... e tutto sommato non è affatto un male.
Come è facile immaginarsi infatti spesso ci si diverte parecchio a partecipare a questi ritrovi nei piccoli paesi. Innanzitutto per via dell'età media dei partecipanti: è vero che molti giovani vengono attratti dalle sagre ma difficilmente si scende sotto i 65-70 anni. Secondariamente si mangia sempre tanto e abbastanza bene, anche se non sempre spendendo pochissimo (considerando però che spesso tutto il ricavato viene devoluto in beneficenza si può chiudere un occhio). Ovviamente inoltre non si mangiano solo gli alimenti protagonisti della sagra ma di tutto un po'... e per fortuna, visto che se mi fossi dovuto sfamare mangiando ranocchi fritti avrei dovuto ordinarne una quindicina di porzioni (non so quanti di voi li abbiano mai provati ma si mangia davvero poco... per chi come me non ama rosicchiare gli ossicini poi è una tortura!).
Ma torniamo all'elevata età media del pubblico delle sagre: questa diffusa anzianità ovviamente condiziona anche i tipi di intrattenimento che si possono trovare in queste occasioni. Per dirla in parole povere... balli di gruppo e ballo liscio senza tregua. Il bello in questi casi è non tirarsi indietro: è così che mi sono ritrovato in mezzo alle colline di Massarosa, in un grande spiazzo, a zampettare in mezzo a un esercito di vecchietti molto più agili e bravi di me. Dovevate vedere come sapevano bene i passi di tutti i balletti... non sbagliavano un colpo!
Ecco qualche foto mia (e non solo) in memoria di quella serata, da guardare rigorosamente insieme al loro accompagnamento musicale (cliccate su Play per ascoltarlo o sulle foto per ingrandirle!).
Ma semplice... ranocchiocciola! Questo è il nome curioso della sagra alla quale sono qualche sabato fa.
Visto che tutti coloro ai quali l'ho raccontato sono rimasti molto sorpresi, approfitto del blog per spiegare agli interessati una volta per tutte di cosa si trattava.
Innanzitutto una premessa per i miei lettori non-toscani (ovvero la quasi totalità): da queste parti è usanza comune, anche tra i giovani che vivono in città, andare alle sagre.
Difficilmente in Sardegna ci salterebbe in mente di andare alla sagra delle olive di Gonnosfanadiga o a quella del cinghiale di Guspini. Invece in quel di Pisa le sagre godono di molto più successo... e tutto sommato non è affatto un male.
Come è facile immaginarsi infatti spesso ci si diverte parecchio a partecipare a questi ritrovi nei piccoli paesi. Innanzitutto per via dell'età media dei partecipanti: è vero che molti giovani vengono attratti dalle sagre ma difficilmente si scende sotto i 65-70 anni. Secondariamente si mangia sempre tanto e abbastanza bene, anche se non sempre spendendo pochissimo (considerando però che spesso tutto il ricavato viene devoluto in beneficenza si può chiudere un occhio). Ovviamente inoltre non si mangiano solo gli alimenti protagonisti della sagra ma di tutto un po'... e per fortuna, visto che se mi fossi dovuto sfamare mangiando ranocchi fritti avrei dovuto ordinarne una quindicina di porzioni (non so quanti di voi li abbiano mai provati ma si mangia davvero poco... per chi come me non ama rosicchiare gli ossicini poi è una tortura!).
Ma torniamo all'elevata età media del pubblico delle sagre: questa diffusa anzianità ovviamente condiziona anche i tipi di intrattenimento che si possono trovare in queste occasioni. Per dirla in parole povere... balli di gruppo e ballo liscio senza tregua. Il bello in questi casi è non tirarsi indietro: è così che mi sono ritrovato in mezzo alle colline di Massarosa, in un grande spiazzo, a zampettare in mezzo a un esercito di vecchietti molto più agili e bravi di me. Dovevate vedere come sapevano bene i passi di tutti i balletti... non sbagliavano un colpo!
Ecco qualche foto mia (e non solo) in memoria di quella serata, da guardare rigorosamente insieme al loro accompagnamento musicale (cliccate su Play per ascoltarlo o sulle foto per ingrandirle!).
La donna nella seconda foto con i pantaloni bianchi era la mia tecnica di chimica al liceo ahahha
Ma il ragazzo nella terza foto è per caso quel modello che fa le pubblicità in tv?
Signora Fletcher, deve essersi confusa: con gli anni forse inizia a perdere qualche colpo!
Il modello è chiaramente quello delle prime due foto... quello strafigo in camicia nera!
Hum, ma io avrei voluto una foto delle rane! Che fame di rane mi hai fatto venire! :-P